Stelvio in ottobre

Parto presto da casa, alle 6:30, raggiungo in breve Brescia attraversando la pianura immersa in una fredda nebbia.
Mi dirigo verso le Coste di S.Eusebio, arrivo in cima che è quasi l'alba. Mi fermo per una foto veloce. E' tanto che non ci passo di qui, quanti ricordi! Quanti fratelli biker che, più o meno consapevoli, si sono fatti male su queste strade.
 

Riparto, poco più avanti, prima di una bella curva a destra, rivedo il muretto dove qualcuno tempo fa aveva scritto: "Se sei incerto tieni aperto". Adesso sotto questa scritta qualcun altro ha aggiunto: "140 morti"... la cosa mi fa riflettere e mi accompagnerà come un'ombra per tutta la giornata.

Scendo allegro dalle Coste, arrivo ad Odolo, da lì a Preseglie, navigando ancora in una densa nebbia, raggiungo Vestone, Idro, costeggio il lago sul quale aleggia un po' di foschia. Il sole non è ancora sorto, c'è una luce bellissima.

 Proseguo verso Tione e Madonna di Campiglio, fa un freddo insapettato, il sole sta spuntando da dietro le Dolomiti del Brenta che vedo controluce.

Da Madonna di Campiglio a Dimaro percorro la strada in mezzo alle pinete senza incontrare anima viva, gli alberi si stanno colorando d'autunno e attraverso il casco filtra l'odore del muschio. A Dimaro prendo per Trento, attraversando la Val di Sole, ai lati della strada si susseguono le piantagioni di alberi di mele, che ormai per quest'anno hanno già dato i loro frutti. Costeggio il lago di S.Giustina,  arrivo a Fondo e imbocco la strada per il Passo Palade, che mi porterà verso Merano.

le Coste di S. Eusebio (BS)

il lago d’Idro

verso Tione                          le Dolomiti del Brenta

viste del lago di S. Giustina

 L'asfalto è molto bello, pulito, le gomme lavorano bene e il ritmo si fa veloce, senza esagerare. Giunto a Lana prendo per Merano e da qui la Val Venosta. Trovo tantissimo traffico che mi fa perdere un sacco di tempo: code interminabili di turisti tedeschi e svizzeri (beati loro che sono ancora in ferie), poche moto. A Spondigna svolto a sinistra per salire allo Stelvio.

la val d’Adige verso Lana

 Passo Prato allo Stelvio: la strada è stretta e sconnessa, dopo qualche curva arrivo ad un tornante con un cartello recante la scritta Fantozziana "44° Tornante"
Aiuto! In effetti sono tanti, ma l'andatura è molto lenta così mentre mi godo il panorama raggiungo piano la mia meta.

la strada dello Stelvio dal versante tirolese



 Arrivato al Passo dello Stelvio mi fermo per un ottimo panino (pane nero, salsiccia di maiale, senape e cipolle), una birretta e una cartolina alla famiglia. Cerco di fare il pieno di calore restando per un po' al sole su una panchina. Non c'è molta neve e con questo sole non fa per niente freddo. Ci sono pochi biker, rispetto al solito (estate), e sono tutti stranieri.
 

meritato riposo al Passo dello Stelvio

Mi rimetto in sella in direzione di Bormio, scendendo lentamente e godendomi il paesaggio da sogno, cercando di assaporare fino in fondo l'ultima parte bella del giro di oggi. So già che una volta superato Bormio, il giro sarà pressochè finito, anche se prima di arrivare a casa ci vorrano ancora più di due ore nel traffico.
 

L'ultimo sprazzo di vivacità della giornata c'è da Tirano ad Edolo passando per l'Aprica, poi imbocco la trafficata ed anonima statale della Valle Camonica che in breve mi porterà al lago d'Iseo e da qui di nuovo a casa...

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